27.4.10

°39 Max









































MAX
acrylic on canvas - 40cm diameter
'Oh please don't go, we'll eat you up, we love you so'

_Milano

'Nel paese dei mostri selvaggi (Where the Wild Things Are) è un romanzo per ragazzi, scritto da Maurice Sendak e pubblicato da Harper & Row nel 1963.
Il libro narra le avventure immaginarie di un bimbo di nome Max. Nel corso della storia, il protagonista incontra i mostri selvaggi che danno il titolo al romanzo (Wild Things nella versione originale). Nonostante la sua brevità, Nel paese dei mostri selvaggi è diventano nel corso degli anni un libro amato da bambini e adulti, ispirando videogiochi, illustrazioni, composizioni musicali e svariati adattamenti per il teatro ed il cinema.' 




17.4.10

Prima

 

Ehi Team from Wishes Heritage on Vimeo.

Il fantastico Ehi Team in tutta la sua intrepidezza.

Là.







































Anche Nessie è sempre là in via Tortona, e anche lei se la cava bene mi sembra.



16.4.10

Lì.




























Dolores Haze è sempre lì, ha preso anche un po' di pioggia ma se la cava bene per ora.



Blitz Dolores Haze























































Dolores Haze in via Festa del Perdono a Milano.
Posata la notte del 13 aprile. Chissà se è ancora lì.

14.4.10

Blitz notturno

Ieri notte a Milano doppio blitz posatura permanente, finché qualcuno non le tira giù, di due targhe.
Dolores Haze qui  e Nessie qui. Ci sono dei filmati che arriveranno e ampia documentazione seguirà. Ringraziamenti al fantastico Ehi Team.

5.4.10

°38 Monsieur Hulot

 


acrylic on canvas - 35cm diameter
"Here we go. Come aIong Mrs. Dubois you sit in the front"

_Milano


'Con il personaggio di Monsieur Hulot, impassibile e stralunato, vestito di impermeabile e cappello, con l’ombrello in mano e una pipa in bocca, Tati ripropose un’interpretazione essenzialmente
mimica che riecheggiava in modo personale quelle dell’epoca del muto di Buster Keaton e Charlie Chaplin.
I suoi film sono improntati quindi ad una comicità prevalentemente visiva, con pochissimi dialoghi – ma Jacques Tati, in realtà, curava le colonne sonore dei suoi film in modo meticoloso – e sono riconducibili al genere slapstick. Ritraggono, in un continuo susseguirsi di gag senza un apparente filo conduttore, le abitudini e i tic del francese medio, che negli anni cinquanta iniziava ad essere sempre più vittima dei meccanismi di una società che accelerava i propri ritmi.'